venerdì 1 ottobre 2010

Recensione: Black Friars. L'ordine della spada - Virginia De Winter

Nome: Black Friars-L'ordine della spada
Autrice: Virginia  De Winter
Prezzo: 19,50 €
Dati: 2010, 682 pagine, rilegato
Editore: Fazi (Lain)


Trama:
Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane?
La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita. Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

Recensione:
Questo non è il solito romanzetto Young Adult sui vampiri, di cui siamo sempre più sommersi nelle librerie, è qualcosa di ben più complesso e meglio sviluppato. Credo che la prima differenza da uno YA qualsiasi si noti dal fatto che (miracolo!) la scrittrice è italiana. Finalmente ho potuto gustare e leggere qualcosa venuto direttamente da una penna italiana e non quelle schifose traduzioni in cui mi capita di imbattermi sempre più spesso.
Lo stile di Virginia De Winter mi ricorda tanto il barocco: un ottimo vocabolario, una destreazza nell'uso dell'italiano davvero invidiabile, una scrittura ricca di metafore e minuziose descrizioni che riescono a farti immergere anima e corpo nel romanzo. Molti hanno accusato queste di togliere troppo spazio alla trama ma, personalmente, non me ne è importato più di tanto poichè Virginia scrive in un modo che ti fa sognare ad occhi aperti, le sue decsrizioni vanno oltre i soliti schemi letterari e le sue metafore sono pura, magica poesia. Ed è proprio da questa poesia che crea quel mondo intricato e complesso, a volte puramente fantastico, altre volte con aspetti familiari al nostro medioevo italiano, quell'atmosfera e ambientazione gotica che avvolge l'intera storia dalla prima all'ultima pagina e che in alcuni momenti rende il romanzo come una  bellissima favola dark, quelle creature, come per esempio le nebbie del Presidio, così originali che sembrano essere nati solo dalla mente di un pazzo ma sempre attraenti nella loro malvagità, e, infine, tutti i personaggi che popolano il mondo di Black Friars. Gli ho amati tutti, dal primo all'ultimo, senza alcuna esclusione.Questo non è il solito romanzetto Young Adult sui vampiri, di cuis iamo sempre più sommersi nelle librerie, è qualcosa di ben più complesso e meglio sviluppato. Credo che la prima differenza da uno YA qualsiasi si noti dal fatto che (miracolo!) la scrittrice è italiana. Finalmente ho potuto gustare e leggere qualcosa venuto direttamente da una penna italiana e non quelle schifose traduzioni in cui mi capita di imbattermi sempre più spesso.
Per la prima volta mi è piaciuta la protagonista di un libro, il che è un evento alquanto strano, diversa dalla solita bellissima ragazza, o innaturalmente coraggiosa o incredibilmente piagniona, che attira su di se l'interesse del solito vampirello di turno. Eloise è diversa da ogni streotipo, lei è semplicemente umana: in alcuni momenti ha molta paura ma cerca sempre di farsi forza per mascherare le sue vere emozioni, questo è ciò che mi è piaciuto più in lei, la sua determinazione, la sua cocciutaggine, le sue risposte taglienti, ma specilamente la sua "umanità".
Ashton, dal canto suo è completamente diverso dallo stereotipo di vampiro a cui le case editrici ci stanno abituando sempre più spesso. Un vampiro che, finalmente, mantiene la sua vera natura, terribilmente affascinante ma con la pericolosità della sua specie. Mi ha colpito il ruolo che la figura degli immortali assume in questo romanzo: tutti conoscono la loro esistenza, alcuni gli accettano, tipo i medici a cui sono utili per vari scopi, altri no, come il popolo della Chiesa, sono dotati di nuovi poteri come quello di controllare le ombre e c'è inoltre un ritorno alle vecchie legende tipo quella secondo la quale un crocifisso allontani i vampiri. Insomma una figura del vampiro del tutto nuova, uscita dalla brillante mente di Virgina ma allo stesso tempo diversissima da quella del vampiro moderno. Ma torniamo ad Ashton, mi riesce difficile delineare la sua figura più di così ma è uno dei tanti personaggi stupendamente costruiti in questo romanzo e uno dei miei preferiti. Con le descrizioni di Virginia mi è sembrato di poter vedere davvero la sua pelle perfetta e di udire la sua voce melodiosa. Mi ha colpito molto la sua amicizia con Eloise, i loro dialoghi pungenti e sarcastici tanto da sorridere ogni volta che leggevo le parole "piccola ragazzina umana".
E poi c'è Axel: il coraggioso e intrepido princeps dello Studium, un umano che, per la prima volta, non ha niente da invidiare ad un immortale, amato da tutti ma allo stesso tempo tormentato e insicuro quando si trova con il suo tormentato amore, Eloise. La loro complessa relazione fatta di rancore e perdono, tormenti e palpitazioni è stata una delle cose che ho più amato di questo romanzo.
Purtroppo non posso descrivere ogni personaggio, anche se lo farei volentieri, ma, ripeto, sono tutti degni di nota e ben incastrati l'uno con l'altro nella storia, come un perfetto meccanismo.
La trama, ripeto, è originalissima e incantevole allo stesso tempo, ma non lasciatevi ingannare dalla quarta di copertina, che alla fine dei conti non dice nulla dell'intero romanzo, e dalla presenza dei vampiri che ricoprono solo una piccola parte della storia in sè, che invece è molto più complessa di quanto non sembri. La scrittrice è riuscita ad orchestrare un mondo nuovo in questo genere letterario fatto di Re, prìncipi, sette, ordini e societas studentesche, medici, spiritisti, frati combattenti, esorcisti, corti sontuose, potenti stirpi di famiglie, palazzi maestosi, misere taverne ma anche di vampiri e nebbie demoniache.
Insomma, un romanzo tutto da scoprire che mi ha stregato dalla prima all'ultima parola, di cui non conoscerete mai  tutte le verità se non arriverete a leggerlo fino alla fine che arriverà solo dopo 700 lunghe ma incantevoli pagine. Perciò se siete stanchi delle solite solfe su vampiri romantici e amori immortali, se volete leggere un vero romanzo gotico, diverso, più studiato,  ben scritto, che vi emozioni, abbia un'eccellente trama e siete disposti a sopportare la valanga di impegnative ma bellissime descrizioni allora Dovete leggere Black Friars.

Il mio voto:
★★★★★


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